"Progress": intervista a Braudel

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Nell’aprile del 1981, Amerigo Giuseppucci intervistò Fernand Braudel. L’incontro ebbe luogo in uno dei locali della segreteria del Sindaco Landini e venne pubblicato nel n. 30 di Progress, nota rivista della Cassa di Risparmio di Prato di cui Giuseppucci era funzionario. Gli argomenti affrontati durante il colloquio erano caldi, anzitutto la preparazione della Storia di Prato, le cui tracce non potevano che essere influenzate da considerazioni sul presente come il localismo e la fisionomia policentrica dell’economia cittadina, i rischi della monosettorialità tessile.
Vogliamo soffermarci su l’ultima questione proposta dall’intervistatore: cultura industriale o cultura nel senso più ampio quella del pratese? Braudel rispose che Prato aveva tutte le carte per essere oltre che una capitale economica anche un centro di cultura. D’altra parte continuava, l’Archivio Datini è una «rarità» di cui essere fieri, l’Istituto Datini «è un’altra sicura dimostrazione della mia convinzione». Insomma Braudel sottolineava il rapporto diretto tra prosperità economica e ruolo culturale. Le sue parole meriterebbero un’aggiornata riflessione, in questa sede ci limiteremo a ricordare come il rapporto tra sviluppo economico e crescita culturale sia sempre stato un legame biunivoco. La storia ci insegna come la valorizzazione del capitale umano e dunque le pratiche formative e l’addestramento siano sempre stati alla base del successo economico delle città toscane medievali e del Rinascimento.