Un seducente invito
print this page«Ma passiamo a temi più simpatici» scrisse Federigo Melis a Fernand Braudel, dopo lo sfogo a tratti rabbioso contro Armando Sapori che caratterizzò la prima parte della lettera del 18 novembre del 1967.
«Si sta preparando la costituzione di un Centro Internazionale di “Storia economica medievale” (compreso, ovviamente, il sec. XVI), con sede a Prato, nell’Archivio Datini, dove vi sono le sale sufficienti ed adatte per tenere annualmente una “settimana di studio”, alla maniera di Spoleto; poi, altre riunioni ed anche dei Congressi internazionali, fuori di Prato e anche all’estero.
Sto formando un Comitato scientifico e rivolgo a Lei il più caldo invito a voler apportare ad esso, con la Sua Opera e con la sua figura insigne, il contributo più prezioso e, per più riguardi, decisivo.
Ho pensato anche di invitare i Colleghi: de Roover, Lopez o Lane, van Houtte, Verlinden, Mollat, Kellembenz, Gieysztor, Tadić, Rau, Ruiz Martín, Sestan, Borlandi, Barbieri, Astuti, Bulferetti (in ispecie, quest’ultimo, per la storia della tecnica), oltre me. È stato costituito un Comitato di Enti pratesi (compreso il Comune e la città di Prato) e ci saranno i mezzi per lo svolgimento di tutta questa attività, compresa la pubblicazione degli Atti.
Il Comitato Scientifico si riunirà ad ogni “settimana di studio”, a cominciare dal 1968. Ai Professori europei di stati vicini saranno rimborsate lire ottantamila per il viaggio, oltre il soggiorno in ottimi Alberghi, comprese le Signore Consorti. Poiché bisogna cominciare subito i lavori, il Comitato stesso terrà una riunione di impostazione del lavoro in generale e della “Settimana” del 1969. Avremmo pensato alla data dell’11 dicembre prossimo, nel pomeriggio» (Melis a Braudel, 18.11.1967). Melis guidato da pragmatismo e lungimiranza, ma anche consapevole di quanto sarebbe stato utile un riconoscimento universitario chiese un parere al Rettorato fiorentino sulla costituzione della nuova istituzione. Non abbiamo la lettera di risposta del Rettore, Giacomo Devoto, che dette parere favorevole anche sulla base del documento approvato dal Consiglio di Facoltà di Economia e Commercio del 30 marzo 1968 (Estratto dal Verbale del Consiglio di Facoltà).
Braudel dette «la migliore accoglienza» al «seducente invito» (Tenenti a Melis, 4.12.1967). Melis ne fu particolarmente soddisfatto e ascoltò il consiglio di togliere dal nome la limitazione «medievale» per evitare le critiche degli specialisti dell’età moderna. Cominciò così a organizzare la prima riunione del Comitato Scientifico del «Centro internazionale di storia economica» (Melis a Braudel, 6.12.1967).
Le prime riunioni del Comitato Scientifico, provvisoriamente detto Giunta (Tenenti a Melis, 15.1.1968), si tennero il 5 e il 6 gennaio del 1968: Braudel arrivò con la moglie e Alberto Tenenti che avrebbe assunto rapidamente il compito di sostituirlo in caso di assenza agli incontri pratesi. I coniugi, probabilmente, giunsero con il treno diretto Parigi-Firenze che fermava a Prato alle 23,32; alloggiarono all’Hotel Flora che divenne da quel momento il loro punto di appoggio preferito (Melis a Braudel, 29.12.1967).
Dopo le due riunioni, Melis scrisse a Tenenti, delegato da Braudel a tenere la corrispondenza con Prato, per «tirare le fila» degli incontri. In quella missiva ripercorreva la composizione della Giunta e del Comitato Scientifico con le tardive adesioni come quella di Jean-François Bergier, chiedeva di concordare i contenuti di una circolare da inviare a tutti gli studiosi di storia economica; in essa si sarebbero accennate le principali attività: settimana e corsi di specializzazione per giovani studiosi con ricorrenza annuale, ricognizioni bio-bibliografiche, congressi in collaborazione con altri Istituti, cicli di conferenze. Nella missiva Melis informava anche del lungo colloquio avuto con Roberto Sabatino Lopez che avrebbe voluto proporre per la Settimana del 1969 il tema «Economia e cultura», tema che proponeva di svolgere anche in una delle conferenze previste per l’inaugurazione del Centro accanto a «Economia e religione», «Economia e politica» ed «Economia e società» (Melis a Tenenti, 10.1.1968).
Erano tematiche che non piacevano a Melis e che anche Braudel, scriveva Tenenti, considerava «davvero generiche e tanto più rischiose in quanto il Centro verrebbe a presentarsi al pubblico internazionale degli storici proprio con titoli inutilmente grossi e scientificamente piuttosto vacui». Erano concetti taglienti e definitivi che troviamo nuovamente richiamati in una successiva lettera: «La reazione del tutto negativa di Braudel è stata netta e spontanea, oltre che indipendente dalla mia. Cerchiamo di non dare l’impressione di trastullarci con vecchi etichette o di pretendere di risolvere di colpo ardui problemi di metodo: né l’una né l’altra cosa mi paiono augurabili» continuava il collaboratore del Presidente (Tenenti a Melis, 15.1.1968).