I Corsi di Alta Specializzazione
print this pageSe le Settimane di Studio, che chiamavano a raccolta i più autorevoli studiosi del mondo occidentale, erano le occasioni di grande prestigio scientifico, per Federigo Melis i Corsi di Alta Specializzazione costituivano l’obiettivo più importante del Datini. Costruiti secondo la sua visione metodologica, erano divisi in due parti: la prima era un vero e proprio corso di paleografia delle fonti datiniane; la seconda era dedicata alla escussione delle diverse tipologie di documenti, alla loro critica e all’esame delle loro potenzialità informative. Con esse Melis mostrava il modo di analizzare i fatti economici; quelli che venivano registrati dentro il carteggio specializzato e la contabilità aziendale e quelli che si mostravano alla curiosità degli operatori economici nelle loro lunghe lettere commerciali. Durante i due o tre mesi di intenso lavoro, egli riusciva a far intravvedere nuove possibili letture dei processi storici e nel contempo a dischiudere panorami dell’economia mediterranea poco conosciuti. Per molti di quei giovani, divenuti noti professori dell’età preindustriale, quella esperienza resta indimenticata.
Il 15 settembre del 1968 Melis dette avvio al primo Corso di Alta Specializzazione ("Introduzione alla lettura dei documenti commerciali dei secoli XIII-XVI") dedicato ai temi di paleografia mercantile e metrologia del Medioevo. Le lezioni si tennero all’Archivio di Stato e si prolungarono fino al mese di novembre. Vi parteciparono: Giovanna Anastasi, Alessandro Becherini, Cosimo Basile, M. Alessandra Bernocchi, Franco Bigazzi, Iorio Borchi, Vilma Borghesi, Mario Caprini, Antonio Carnevalini, Magda Cavaciocchi, Fabrizio Cosi, Anna D’Elia, Giovanni Falorni, Beatrice Falvo, Antonio Ugo Fantappiè, Renzo Fantappiè, Antonio Farlese, Rita Gacci, Antonio Galeotti, Claudio Giuliani, Cristina Gori, Vincenzo Gulì, Hidetoshi Hoshino, Mario Mari, Paola Massa, Massimo Miglio, Giorgio Migliorini, Paolo Montanari, Giampiero Nigro, Francesco Nuzzo, Paolo E. Paolini, Aldo Petri, Antonio Pini, Giovanni Rebora, Gino Redoano Coppedè, Nello Rondelli, Claudio Rotelli, Armando Serra, Giovanni Vacchelli.
L’idea ebbe sin dall’inizio grande successo, erano sempre numerosi i giovani studiosi che chiedevano di poter partecipare a quell’importante momento formativo. Basta infatti dare un’occhiata agli iscritti per capire come da Prato siano passati molti dei più prestigiosi storici italiani ed europei.
Con la morte di Melis, si disse per motivi finanziari, i corsi vennero interrotti. Ripresero nel 1978 dopo che una apposita commissione composta da Guido Pampaloni, Luigi De Rosa, Raoul Manselli e presieduta da Charles Verlinden, ne rivide la struttura e il Consiglio Direttivo ne alleggerì i costi riducendone la durata e il numero dei partecipanti.
Riguardo la loro nuova organizzazione, il dibattito fu intenso perché Braudel lo aprì ai membri del Comitato Scientifico che lanciarono molte idee (Braudel ai membri del Comitato Scientifico, 18.4.1977). Verlinden suggeriva di allargare l’interesse all’epoca industriale, proposta bocciata da Cipolla che sottolineava i pericoli di inoltrarsi oltre il XVIII secolo; Lopez invece ribadiva che la teoria non poteva avere limiti cronologici. Mori pensava addirittura di legare i corsi alla creazione di un centro di specializzazione in Storia Economica. Alla fine si stabilì che il periodo coperto dalla lezioni avrebbe compreso i secoli XIII-XVIII, con una decisa impostazione internazionale e contenuti di alta specializzazione in Storia Economica. Si stabilì anche di ampliare la documentazione archivistica italiana e straniera da utilizzare durante le lezioni, di fissarne una periodicità annuale con un programma variato, di selezionare i candidati con apposita commissione. La loro direzione fu attribuita a Guido Pampaloni. Nella riunione della Giunta Esecutiva che si tenne a Milano il 25 ottobre del 1977, venne ufficialmente annunciata la ripresa del corso per l’autunno del 1978 (Braudel a Magistrali, 29.11.1977); le lezioni ebbero come tema: «Censimenti e catasti in Europa: sec.li XIV-XVIII».