Il Comitato Scientifico: croce e delizia del Presidente Braudel
print this pageIl verbale della seconda riunione del Consiglio direttivo contiene la ratifica della composizione del primo Comitato Scientifico che risulta composto da:
- «Braudel Fernand - prof. di Storia della civilizzazione al Collège de France, e che si può a ragione considerare il maggiore storico dell’economia dei secoli XV-XVII
- Mollat Michel - prof. di Storia Medievale alla Sorbonne
- Rau Virginia - prof. di Storia all’Università di Lisbona (Preside della facoltà di lettere)
- Ruiz Martín Felipe - prof. di Storia economica all’Università di Bilbao
- Verlinden Charles - prof. di Storia moderna e di Storia della colonizzazione all’Università di Gand (attualmente direttore della Accademia belgica, Roma)
- Van Houtte Jean - prof. di Storia medievale e di Storia economica all’Università di Lovanio (presidente della Reale Accademia Fiamminga delle Scienze del Belgio)
- De Roover Raymond - prof. di Storia economica al Brooklin College
- Lopez Roberto Sabatino - prof. di Storia economica medievale alla Yale University
- Gieysztor Aleksander - prof. di Storia medievale all’Università di Varsavia
- Kellenbenz Herman - prof. di Storia Economica e sociale all’Università di Colonia
- Tadić Jorio - prof. di Storia all’Università di Belgrado
- Sestan Ernesto - prof. di Storia medievale e di Storia moderna alla Università di Firenze (Preside della facoltà di lettere)
- Borlandi Franco - prof. di Storia economica all’Università di Genova (Preside della facoltà di economia e commercio)
- Barbieri Gino - prof. di Storia economica all’Università di Padova-Verona (Preside della facoltà di economia e commercio)
- Bulferetti Luigi - prof. di Storia moderna all’Università di Genova (specialista di Storia della tecnica e della scienza)
- Astuti Guido – prof. di Storia del diritto italiano all’Università di Roma
- Melis Federigo - prof. di Storia economica all’Università di Firenze e incaricato all’Università di Pisa
- Cipolla Carlo - prof. di Storia economica all’Università di Pavia (Preside della facoltà di economia e commercio di Pavia)
- Prunai Giulio - Soprintendente agli Archivi di Stato per la Toscana
- Camerani Sergio - Direttore dell’Archivio di Sato di Firenze
- Pampaloni Guido - Vice-Direttore dell’Archivio di Stato di Firenze e Direttore della Sezione di Prato
- Tenenti Alberto - Assistente del prof. Braudel presso il Collège de France
- Russo Giulio - Direttore Generale degli Archivi di Stato della Repubblica italiana, in rappresentanza del Ministero degli Interni.»
Il Comitato Scientifico poteva essere implementato o alleggerito anche prima della sua naturale scadenza, pratica che si utilizzò sin dall’inizio. In effetti, lo stesso anno della sua costituzione fu integrato con Giovanni Cassandro, Giuseppe Martini e Raffaello Morghen; nel 1969 arrivarono Jean-François Bergier, Luigi De Rosa, Giacomo Devoto, Frederic Lane, Manoussos I. Manoussacas e Raoul Manselli.
Al primo rinnovo, da poco morto Melis, il Comitato non subì significativi cambiamenti. Se si escludono le sostituzioni dei rappresentanti delle istituzioni, la compagine venne interamente riconfermata con due sole nuove entrate, quella del danese Kristof Glamann e dell’inglese Charles Wilson. I cambiamenti più significativi si registrarono al termine del secondo mandato (1974).
Fu quella la prima occasione in cui la proposta di Braudel provocò molte polemiche nel mondo scientifico. Lo si capisce leggendo i verbali di due riunioni del Consiglio Direttivo (25 maggio e 13 settembre) che si conclusero tra molte discussioni e senza un’approvazione dell’elenco. Fu dunque deciso di dare mandato a Ottone Magistrali di recarsi a Parigi per «incontrarsi con la massima urgenza con il prof. Braudel per una opportuna chiarificazione e per risolvere nel migliore dei modi la struttura scientifica del nostro Istituto, ed al fine di pregare il prof Braudel di voler comunicare ai vecchi membri del Comitato Scientifico che però vengono a far parte del nuovo, l’elenco da lui proposto del nuovo Comitato Scientifico così che egli abbia il consenso di tutti senza creare lacerazioni che al momento metterebbero in difficoltà l’Istituto. Assolta questa formalità che serve solo ad evitare malumori, il Consiglio non avrà difficoltà ad approvare l’elenco proposto» (Verbali nn. 18 e 19 del Consiglio Direttivo).
La missione ebbe successo e il nuovo Comitato Scientifico fu approvato nella riunione del 23 novembre.
L’azione di Braudel era stata molto incisiva. Non erano stati richiamati De Roover, Glamann, Manoussacas, Rau e Sestan; fu sostituito anche Franco Borlandi che era improvvisamente morto. A fronte di tali uscite Braudel chiamò Giovanni Antonelli, Mario Del Treppo, Aldo De Maddalena, Giorgio Doria, Jean Favier, Peter Mathias, Giorgio Mori, Sigismondo Pach, Giuseppe Parenti, Carlo Poni, Mario Romani, Bernard Hendrik Slicher van Bath, Ugo Tucci. Non si era risparmiato e non sfugge l’arrivo di alcuni suoi fedelissimi; non stupisce che in questa logica la vicepresidenza fosse affidata a Aldo De Maddalena.
Nel 1975 fu aggiunto Domenico Demarco che era membro del Comitato per le Ricerche Economiche e Sociologiche del C.N.R.; Braudel lo volle proprio per questa ragione e per non perdere il contatto con l’Ente in grado di garantire finanziamenti all’Istituto.
Si arrivò così al successivo rinnovo. Nell’aprile del 1977, Braudel inviò a Ottone Magistrali una missiva nella quale gli comunicava la sua proposta per il Comitato Scientifico del triennio 1977-1980. Erano usciti Mario Romani, morto nel 1975, Lane e Morghen per l’età avanzata. Anche in quella occasione il Consiglio concordò con lo storico francese la sostanziale conferma del vecchio Comitato. Probabilmente non accettarono di essere inseriti Alberto Boscolo, Agostino Palazzo e Giovanni Spadolini. L’approvazione della compagine arrivò il 30 novembre 1977 (Verbale n. 27 del Consiglio Direttivo).
Braudel nel 1979 propose al Consiglio Direttivo, che le accettò, tre nuove entrate: Arnold Esch, Immanuel Wallerstein e il polacco Henryk Samsonowicz.
Le vicende descritte fanno intuire l’esistenza di qualche dissenso all’interno della compagine scientifica dell’Istituto. Forse gli equilibri si erano incrinati, nel 1981 il Comitato Scientifico non si riunì e si riparlò della composizione dell’organo nell’aprile del 1982 quando ormai era scaduto da due anni. Braudel inviò un nuovo elenco per il Comitato Scientifico, ma il Consiglio Direttivo non volle prendere decisioni affrettate. Il Comitato di Presidenza aveva ricevuto pressioni di vario genere e, dichiarò Giuseppe Pansini, Braudel ha modificato i componenti dell’organo senza motivo. Si tornò a parlarne nel gennaio del 1983, dopo che la Giunta Esecutiva si era riunita a Parigi dove furono discussi dodici nuovi nomi. Il nuovo Comitato fu approvato con l’esclusione di Favier e Lopez che troppo impegnati riuscivano molo raramente a partecipare alle riunioni e di Ruiz Martín che per questioni di salute preferiva rimanere fuori. Essi furono reintegrati da Sisma Cirkovic, Philippe Contamine, John Elliot, Rolf Sprandel e Valentín Vásquez de Prada. Nessun italiano era stato inserito, fu osservato (Verbale n 45 del Consiglio Direttivo). Quali le motivazioni? Ampliare il già elevato respiro internazionale dell’Istituto? Certamente sì, ma è anche probabile che lo studioso francese volesse implementare la parte che era in grado di influenzare più o meno direttamente. Forse era a conoscenza che si stava preparando il suo prestigiosissimo ingresso nell’Accademia di Francia. Infatti, nella primavera del 1984, durante la XVI Settimana Braudel comunicò le sue dimissioni dalla Presidenza. Essere Accademico di Francia lo rendeva incompatibile con la carica pratese: quasi sulla spada, nominava van Houtte suo successore. Giuseppe Parenti aveva provato a obbiettare come l’argomento non fosse all’ordine del giorno di quella poco affollata riunione del Comitato Scientifico; la risposta di Braudel fu essenziale: «l’interesse dell’Istituto è sempre all’ordine del giorno» (Verbale n. 51 del Consiglio Direttivo).
Qualcuno, poco dopo, avrebbe considerato la scelta di van Houtte il segno definitivo di un connotato univoco del Datini che ormai non sapeva più rappresentare una adeguata articolazione della ricerca storica internazionale … ma questa è un’altra storia.