La III Settimana, «ben più elevata delle altre»

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La circolare della III Settimana fu rapidamente preparata tanto è vero che da Parigi il 21 di maggio si scrisse: «Je ne puis que vous adresser des compliments pour la circulaire envoyée à nos collègues puor le prochain congrès. Tout est très clair, raisonnable et intelligant» (Braudel a Melis, 21.5.1970). Braudel si complimentava «in particolare per avere saputo calibrare tanto bene anche la formula delle terza Settimana, che si presenta alquanto diversa dalle altre». Il tema «Produttività e tecnologie nei secoli XII-XVII», probabilmente anche per lo storico francese appariva come un inconsueto tema dal carattere fortemente economico. Occorreva adesso individuare i relatori. Si seguì la solita procedura: scegliere un eminente specialista che avrebbe dovuto coordinare la selezione dei contributi. C’era però una novità. Le lettere inviate a Endrei, Makkai, Kellenbenz e Slicher van Bath contenevano formule che, seppure sfumate, lasciavano intravvedere come l’Istituto non intendesse abdicare del tutto alla sua facoltà di scelta (Tenenti a Melis, 7.5.1970). Arrivarono i titoli di Endrei e Makkai, si rinunciò a invitare nuovamente Le Goff che aveva deciso di ridurre la sua attività convegnistica per dedicarsi alla scrittura della sua «thèse» (Tenenti a Melis, 18.6.1970). Nel frattempo il 28 settembre prese avvio il terzo Corso di Alta Specializzazione con iscrizioni eccellenti: sei professori aggregati o aiutanti delle Università di Salamanca, Valladolid, Bruxelles, Praga, Ratisbona e Messico; 10 assistenti di Università italiane e alcuni insegnanti di Scuola Media.
Si stabilì anche di invitare Amintore Fanfani a concludere il Congresso, di tale possibilità si stava già parlando da tempo «Ti prego pertanto di farmi sapere se il Prof. Braudel autorizza di invitarlo a suo nome. Sarebbe bene, affinché la cosa riuscisse certamente, che il Maestro gli scrivesse poi una lettera.
Io, da parte mia, prometterò di aiutarlo, perché non possiamo pretendere che egli sia presente a tutte le sedute: nel senso di fargli avere per tempo tutte le relazioni e prendere eventualmente degli appunti degli interventi importanti, facendoglieli avere il giorno avanti alla conclusione» (Melis a Tenenti 24.6.1970). Fanfani accettò. 
La scelta dei relatori presentò qualche difficoltà. Non si avevano notizie da Slicher van Bath; secondo un collega di Tenenti la ragione era scientificamente imbarazzante: «pare che quasi tutte le più recenti ricerche, in particolare francesi, non confermino le teorie sul rendimento agricolo affacciate da Slicher. Quest’ultimo potrebbe sentirsi dunque alquanto imbarazzato, perché sa che oltre a lui altri, presumibilmente dissenzienti, verrebbero a Prato». Lo studioso poteva essere sostituito con Duby o con il polacco Topolski, ma anche con Aymard o Morineau (Tenenti a Melis, 2.7.1970). Melis espresse la sua preferenza per Duby, lasciando a Topolski una comunicazione sui metodi di calcolo dei rendimenti agricoli. Makkai si sarebbe occupato invece dei mulini, Nahlik delle tecniche di tessitura e Zientara di Varsavia dei metalli non ferrosi (Melis a Tenenti, 8.7.1970). 
L’ordito della Settimana pratese stava prendendo corpo. Da questo punto di vista particolarmente interessanti sono due lettere che Tenenti e Melis si scambiarono nell’estate del 1970. Il primo scrisse da Mala Duba dove era in vacanza con moglie e figlio «in un luogo incantevole, un vero villaggio tra pini e mare, con acqua cristallina e deliziosi anfratti… un paradiso terrestre more jugoslavo: non un granello di sabbia, nessun patino od ombrellone…» (Tenenti a Melis, 18.7.1970); il secondo rispose il 27 luglio pochi giorni prima di partire per Leningrado dove doveva partecipare a un Congresso. Lasciamo al lettore la visione delle due missive che mostrano l’attento lavorio che sottendeva alla tessitura della tela (Melis a Tenenti, 27.7.1970). A ottobre il programma era quasi pronto, Braudel lo giudicò eccellente (Tenenti a Melis 7.10.1970).