La IV Settimana, «un énorme malentendu»

print this page

La III Settimana si era appena conclusa in modo positivo, ma per Melis era stata una «settimana velenosa». In effetti la riunione del Comitato Scientifico del 23 aprile, a Convegno appena iniziato, rischiò di mettere a dura prova la sopravvivenza dell’Istituto. Braudel aveva mal tollerato il «superaffollamento» del Congresso e non aveva digerito l’invito fatto a Trenard ma, con buona probabilità, queste erano solo scuse per giustificare la critica al comportamento «arbitrario» tenuto da Melis nel decidere il tema della IV Settimana (Tenenti a Melis, 27.12.1970). Durante la riunione del Comitato Scientifico Braudel, accusando Melis e la Giunta Esecutiva di aver varato, nell’incontro del 13 marzo, un programma non condiviso, minacciò le dimissioni. Il Vicepresidente ne fu particolarmente irritato, non sopportava l’idea di aver fatto la figura «dell’imbrogliocello che ha approfittato di tutti» anche perché sapeva bene che a quella riunione aveva partecipato Tenenti che, come tutti sapevano, era la voce pratese di Braudel. 
Così Melis, terminata la Settimana, scrisse a Magistrali, a Tenenti e allo stesso Braudel per ricostruire i fatti e chiarire i suoi comportamenti. Il primo con cui si confrontò fu Magistrali al quale raccontò l’accaduto comunicandogli che «da ora in poi non metterò in moto nessuna Giunta se non avrò tutte le garanzie: con l’intervento di un notaio o la verbalizzazione di ogni proposizione affermata da noi e l’immediata sottoscrizione, senza dire che io esigo che trovino il modo di riparare all’incalcolabile lavoro che è andato all’aria e per riparare il quale io avrei bisogno di almeno 2 mesi di tempo». Si riferiva anche alla Mostra dedicata ai temi della banca da allestire nel Palazzo Pretorio per la quale aveva chiesto finanziamenti a diverse istituzioni e su cui aveva già cominciato a lavorare (Melis a Magistrali, 3.6.1971).
Probabilmente il 17 maggio redasse una lettera destinata a Braudel, di cui possediamo una minuta nella quale, come suo solito, ripercorse puntigliosamente i fatti chiedendo una sorta di riunione straordinaria del Comitato Scientifico per chiarire tutta la vicenda.
In particolare ebbe cura di dirgli come alla chiusura della seduta della Giunta in cui si era parlato del programma, Tenenti e Manselli di fronte a tutti avevano esclamato «abbiamo varato il programma e questo non si cambia in nessun punto».
Proprio a proposito di questo episodio chiese a Tenenti: «Gli hai detto che il 13 marzo tu sanzionasti la nostra riunione con «questo programma non si tocca» e che questa tua affermazione è rimasta valida fino alla minaccia di dimissioni, dopo colloqui e colloqui avuti con lui e quello lunghissimo (telefonico, a Venezia) avuto da me con te?
Io sono sicurissimo che se tu avessi fatto presente tutto questo al maestro ogni cosa sarebbe stata chiarita e la nostra manifestazione sarebbe rimasta nelle sue dimensioni, compresa la Mostra, che io avevo già tutta architettata e che a quest’ora sarebbe stata pressoché pronta, effettuata la scelta dei pezzi, infatti, per le trascrizioni. E spero che lo farai almeno ora.
A meno che non ci sia sotto «qualche cosa», secondo la immediata sensazione che il Pres. Magistrali, riportò dal colloquio del 28 aprile, ore 16,30 voluto dal Prof. Braudel» (Melis a Tenenti, 5.6.1971).
In effetti sotto c’era più di qualcosa, c’era un «siluro» che derivava dalla diversa impostazione storiografica dei due studiosi. Una differente visione che si manifestò con forza in quella occasione: secondo lo storico francese «noi non ci saremmo dovuti occupare di banca, essendo questo un problema troppo elementare, mentre avremmo dovuto affrontarne di «più penetranti». In sostanza era il tema «banca» che si doveva tentare di eliminare o di minimizzare. Non era stato dunque un caso che Manselli durante la riunione del Comitato Scientifico avesse detto che il tema «si doveva restringere e limitare».
È probabile che Melis avesse forzato la mano sui programmi, ma non certo sul tema che era stato stabilito nel 1969 per il 1970 e poi rinviato per fare spazio alla proposta di Cipolla. Non solo, l’argomento «banca» aveva subito un ulteriore spostamento al 1972.
Braudel, con qualche tono conciliante rispose il 7 giugno del 1971: «Je me suis tout à coup aperçu qu’il existait entre Vous, le Comité scientifique et moi même, une enorme malentendu». Il malinteso riguardava i ruoli e le funzioni della Giunta Esecutiva e del Comitato Scientifico. Secondo Braudel il Comitato Scientifico si era sentito esautorato. Insomma a parere del Presidente era necessario ridefinire lo Statuto dell’Istituto precisando meglio i compiti dei due organi scientifici.
Braudel continuava dicendo che il Comitato Scientifico aveva delimitato il termine Storia e non il termine Banca, scegliendo un soggetto troppo vasto per essere trattato scientificamente in cinque giornate.
In ogni caso il tono della lettera indusse all’accordo anche Melis che accettò come titolo: «Credito, banche e investimenti. Secoli XIII-XX». Entrambi, in quella occasione, fecero buon viso a cattivo gioco.
L’estensione al XX secolo del periodo preso in esame, era motivata da esigenze locali e di finanziamento: arrivare all’età contemporanea per coinvolgere maggiormente gli istituti bancari a cui erano stati chiesti finanziamenti.
Così l’organizzazione della IV settimana riprese il suo corso. Fu riconvocata la Giunta per il 30 giugno e il Consiglio Direttivo il 12 luglio. Fu deciso di invitare il Governatore della Banca d’Italia Guido Carli. Il Consiglio Direttivo, dal canto suo, deliberò di accettare la richiesta che proveniva dalla Camera di Commercio di Firenze che chiedeva una visita dell’intero Comitato Scientifico e, in quella sede, una lezione o una conferenza da tenere agli allievi del IV corso di specializzazione.
Nel fervore di queste iniziative Melis aveva preso contatti con il Monte dei Paschi di Siena. Nella lettera che indirizzò a Tenenti il 20 luglio emerge anche una prima notizia della mostra che avrebbe allestito nel palazzo di Piazza Tolomei, una esposizione documentaria che avrebbe provato come il Monte fosse nato nel 1472. Anche quella manifestazione fu inaugurata dal Presidente della Repubblica (Melis a Tenenti, 20.7.1971).